Dorina torna a casa

Sul Corriere della sera, che si conferma la nostra Gazzetta Ufficiale, Dorina Bianchi annuncia oggi il suo ritorno nell’Udc. Con un’intervista che condivido quasi in toto e che, in alcuni passaggi, potrei tranquillamente aver concesso io. Tipo questo, per esempio:

Che le ha detto Bersani?
Guardi, ho provato a cercarlo nei giorni scorsi. Lo sa che non mi ha mai richiamato?

Non è comunque per una questione di galateo che la Bianchi se ne è andata, ma perché – dopo tutte le polemiche sul testamento biologico e la RU486 – ha capito che il Pd non era più casa sua. Né avrebbe mai potuto esserlo, a meno che non avesse rinunciato a tutte le sue convinzioni più profonde. A me non è ancora capitato, e combatto ogni giorno perché non accada mai, ma la sua intervista mi dà parecchio food for thought, come dicono gli americani. Ne riporto qualche stralcio e poi ne riparliamo.

Quali motivi l’hanno spinta a lasciare il Pd?
Il Pd è stato una delusione. È inutile tentare una caccia ai colpevoli: non ricerco la polemica (…). Bersani è stato eletto come segretario con il mandato di rafforzare l’ancoraggio del Pd alla storia della sinistra italiana. La mia storia è un’altra. Lo spazio per una presenza identitaria dei moderati cattolici si è ridotto al lumicino: dobbiamo prenderne atto (….). Adesso si tratta di voltare pagina: il Pd potrà consolidarsi sul fronte laico. Noi dialogheremo stando sull’altro versante. (…) Un’anima moderata e cattolica ha difficoltà a stare in quel partito. E sinceramente non credo che piangeranno molto per la mia uscita (…). Speravo che l’amalgama potesse riuscire. Invece, aveva ragione D’Alema.

Perché non è andata con Rutelli?
(…) Ritengo che sia importante favorire l’aggregazione a partire dalle esperienze che ci sono, senza dividerci in altri contenitori. Da un anno a questa parte l’Udc, con Casini, interpreta una posizione politica innovativa che condivido pienamente. La sua bandiera non è l’antiberlusconismo: Casini propone una strategia di alternativa di governo. Non parte da posizioni precostituite: sa quando dialogare con la maggioranza e quando esprimere una posizione ferma. (…). Il Pd è vittima di una contraddizione cocente.: con Bersani vorrebbe proporsi come partito riformista, ma, con Franceschini e la Bindi in piazza, si ritrova ad essere un partito satellite di Di Pietro. Il giustizialismo è il regalo più grande che si possa fare al presidente del Consiglio e ignorare i consensi che il Pdl ottiene è una fuga dalla realtà. Personalmente, spero che almeno una parte del filo spinato che divide le forze politiche in Italia sia messo da parte.

C’è una sola parola di queste 260 che non condivido per nulla: l’aggettivo “identitaria” che la Bianchi abbina al concetto di presenza dei moderati cattolici. Per me, invece, la sfida è quella del pluralismo, non dell’identità. Ma è l’unica critica sensata che posso rivolgerle. Per il resto, mi vengono in mente tre brevi considerazioni. La prima è che, uno ad uno, se ne stanno andando i moderati (lasciamo perdere la categoria “cattolici”, perché non so neppure se Gianni Vernetti e Massimo Calearo lo siano, e certamente Linda Lanzillotta non lo è): appare evidente, dunque, che la ricetta del Lingotto si fa sempre meno praticabile, anche per la mancanza di materie prime.  La seconda è che, in effetti, l’ombra di Di Pietro su di noi è pesantissima: o urli come lui, oppure non fai abbastanza opposizione, e le contestazioni al No B day di ieri ne sono l’ennesima conferma. La terza è che, pur lasciando il Pd, Dorina Bianchi è andata dritta all’Udc senza sentire l’esigenza di fare tappa nell’Alleanza per l’Italia: se la cosa si dovesse ripetere con altri parlamentari, l’intero progetto politico di Rutelli perderebbe buona parte della sua capacità attrattiva e dunque del suo peso specifico. E non escludo, onestamente, che l’evento possa verificarsi di nuovo.

23 risposte a “Dorina torna a casa

  1. non mi stupisce questo ennesimo cambio di partito
    basta vedere su Wikipedia quanti ne ha cambiati
    sono forse i suoi referenti in Calabria a non essere mai cambiati?
    come simpatizzante del PD esulto per questo esodo

  2. Mario di Garda

    Andrea, forse io e te (scusa la modestia) saremo gli ultimi a lasciare questo partito, però anch’io sono sempre più…

  3. Caro Andrea,

    ma che sta succedendo dentro il PD?? Sono diventati tutti pazzi??? Non ho parole… Eppure…sono convinto che anche tu ormai abbia digerito troppi rospi… Però, se dovessi fare il grande passo, almeno non rilasciare l’intervista al corriere.

    Delle parole della Bianchi mi hanno infastitido quando ha affermato che nel PD non c’è posto “per i moderati ed i cattolici”. Ma che è il PD? Un partito senza moderati??? Che differenza c’è tra un esponente del PD ed uno del PDL? Uno è estremista-ideologico-fazioso e l’altro è moderato-postideologico-plurale? Sono davvero sconcertato…

  4. Mi permetto di essere molto più netto.
    C’è chi vuole cambiare questo paese per renderlo un paese in cui c’è una possibilità per tutti ( come tutti i simpatizzanti dell’Italia “viola”, che è anche un bellissimo nome femminile ), a costo di scontrarsi con oligarchi, corsera, gerontocrazia curiale ( giacchè credo anche che la chiesa cattolica debba dare una radicale ringiovanita al ponte di comando ), interessi consolidati. Qui secondo me dovrebbe posizionarsi l’opposizione ( ma attualmente non ci vedo il PD, che vedo troppo pauroso e timoroso ).
    Invece per molti semplicemente va bene così ( e pazienza se poi i giovani migliori debbono andarsene ). Se si vuole questo, ci sono PDL, Lega ed UDC, garanti dell’immobilismo ( condito dalla Lega con xenofobia e razzismo ).
    Il resto sono chiacchiere.
    E con un paese fallito moralmente e civilmente ( ed economicamente in gravi difficoltà ) le chiacchiere dovrebbero stare a zero.

  5. Guardo poca tv e così ho scoperto della tua esistenza e del tuo passato da conduttore solo dopo l’evento di Torino nella fase prima del congresso. L’impressione è stata positiva, così ho preso a seguire la tua attività e le tue considerazioni (anche tramite il blog). Scrivo per rivolgerti un appello: ti chiedo di restare nel partito democratico. Con cortesia però ti chiedo anche chiarezza: si avverte, leggendoti, un chiaro e legittimo interesse ai movimenti verso il centro. L’appello è di restare dove sei, l’invito se hai deciso di lasciare è di farlo senza inutili nenie. Mentre è comprensibile l’attenzione che rivolgi guardandoti attorno dentro e fuori il partito, dall’altro i tanti post che echeggiano le posizioni di chi lascia sembrano la trama di un alibi per lasciare. Della serie “vanno via tutti i moderati come me e a questo punto non posso far altro che seguirli”. Sarebbe interessante conoscere da un tuo post quanti e quali sono gli apolidi (i non ex PCI-PDS-DS-PD) che pure si sentono a casa nei democratici. Buon lavoro.

  6. Ecco che nuovamente esce fuori il vecchio malinteso con i cattolici.

    Che cosa s’ intende per cattolico: uno che segue le direttive del Papa e le segue fino in fondo e allora non deve usare tecniche contraccettive, non può divorziare, non può riconoscere il diritto alla RU486 ne alla 194 (perchè arriveremo anche a questo), che è contro la fecondazione eterologa che già costringe molte donne a immigrare in altri paesi dove ciò è permesso e chi non ha i soldi si arrangi, che non permette l’uso del condom neppure in situazioni già disperate per l’AIDS, è contro la teologia della liberazione che si proponeva un po’ di giustizia sociale nell’America latina? Che non permette la pillola del giorno dopo?
    Ma dov’è la solidarietà cristiana in tutto questo?

    Politicamente siamo sempre punto e a capo. Se vogliamo contribuire alla crescita di un partito pluralistico che rappresenti opinioni diverse occorre concedere che di questo partito facciano parte persone che hanno diverse opinioni, ma che siano tenute insieme da un’etica rigorosissima al servizio dei cittadini.
    Non sentirò la mancanza di Dorina Bianchi e spero che la Binetti segua a ruota perchè una con la sua laurea che dice che gli omosessuali sono malati, francamente non mi rappresenta e se ricordo bene un partito questo deve fare, rappresentare i suoi elettori, TUTTI. Chi non condivide le leggi sopra citate basta semplicemente che non ne faccia uso. Il fatto che ci sia il divorzio non obbliga nessuno a divorziare ecc.

    Nel governo che ora siede in parlamento quasi tutti rivendicano il loro impegno di cattolici osservanti.
    Già questo dovrebbe far riflettere sul cattivo uso della parola.
    Un saluto a tutti i blogger.

  7. Concordo con Marco63, Giuseppe Spadaro e Maia T. Quello che direi è una sintesi del pensiero di loro tre.

  8. Andrea, credo che potresti smettere di scrivere questi articoli di addio “ad personas” e pubblicarne uno solo in questi termini:
    Se ne stanno andando coloro che avevano sostenuto Franceschini, convinti che la nuova dirigenza PD li abbia tagliati fuori, e non abbia cercato di coccolarseli e tenerseli stretti come ha fatto con coloro che avevano sostenuto Marino.

    Secondo me il problema del PD attuale è questo, punto.
    E allora mi chiedo, quale sarà il prossimo “addio che scriverai? Binetti? Carra? Bobba? … Sarubbi?
    E in quest’ultimo caso, per andare con chi? Rutelli? Casini? Fini?

  9. Io sono cristiana e cattolica.
    Non sono del PD. E’ soltanto una precisazione. Io come cristiana seguo Cristo, amo Cristo ed é Cristo il mio riferimento, il mio criterio. Seguo la Chiesa e, quindi il Papa perché ciò che lui dice, indica, corrisponde pienamente a ciò che chiede il mio cuore.
    Obbedendo al Papa obbedisco a Colui che amo che é Cristo e, in questo modo, sono certa di obbedire al 100 % a me stessa.
    Fino a 15 anni fa io ero atea e facevo alcuni – non tutti – i discorsi che fate voi.
    Non é giusto dire se voglio non divorzio. Perché alcune cose, se introdotte, nuociono alla società.
    Non é più una questione personale, mia, di scelta individuale ma diventa una scelta per la società.
    Io allora votai contro l’aborto, nonostante fossi atea.
    Solidarietà? Essere insieme agli altri significa amare il destino degli altri, la loro vita come fosse la mia. Non fregarmene se vanno giù per il burrone.
    Oggi che Dio se c’è non c’entra con la vita, si vede dove vanno le persone, i giovani, come va la strada della gente…..altro che storie!
    Quei pochissimi che hanno la grazia di vivere la fede autentica, vissuta, quotidiana – come me – sanno bene quanta é la differenza della qualità della vita!
    Cristo é un fascino, un amore, un’attrattiva, una presenza da seguire, una colla che ti attacca ogni giorno di più. Altro che DOVER obbedire al Papa!

  10. concordo con la sintesi di Virginia ,in più da cattolica vorrei dire a Dorina Bianchi, a proposito del testamento biologico e della pillola del giorno dopo, che nelle tavole dei Dieci Comandamenti si fa riferimento anche a qualcosa di altro…

  11. «Il Pd è vittima di una contraddizione cocente.: con Bersani vorrebbe proporsi come partito riformista, ma, con Franceschini e la Bindi in piazza, si ritrova ad essere un partito satellite di Di Pietro».
    Bersani – che sembra essere il male assoluto del Pd perchè lo ancora a sinistra – non è sceso in piazza proprio per non offrire una stampella a Di Pietro. Franceschini (della cui mozione immagino Dorina fosse sostenitrice) era invece a Roma a manifestare.
    Forse non è il Pd ad avere un problema di identità, è Dorina ad avere le idee un poco confuse…

  12. vi posso assicurare che in città, crotone e provincia, è sceso di parecchio l’indice di ascolto… verso dorina. perciò, dovunque vada non avrà quella simpatia popolar-elettorale che ha acquistato con Forza Italia con la quale è diventata “donna in carriera”.

  13. Io sono d’accordo con te Andrea, penso che la questione fondamentale sia quella frase di Dorina Bianchi “Lo spazio per una presenza identitaria dei moderati cattolici si è ridotto al lumicino” . La frase dimostra una posizione che riduce l’ipotesi di partito aperto e plurale, capace di sintesi nuova per i tempi nuovi, a una guerra per avere più spazio, a uno scontro di vecchie identità! che azzera, questo sì, lo spirito del Lingotto, io penso che chi ci ha creduto non se ne vada..mi dispiace molto di Rutelli, e anche di Dorina Bianchi, tuttavia il valore di un progetto politico non solo va oltre il risultato elettorale, va anche oltre l’incomprensione e l’incostanza e le paure di qualcuno dei suoi stessi artefici o sostenitori. E nel tempo lungo si dimostrerà.

  14. Caro Andrea,

    i moderati che se ne stanno andando sono persone che intendono la politica come una opportunità di visibilità (Calearo), o una professione da sfruttare con passaggi da partito a partito a partito.
    Bianchi è tra queste: viene dall’UDC, e ci ritorna. Per me non è una moderata: è una opportunista. Magari brava e posata, preparata e diligente. Ma rimane una opportunista della politica.
    Di moderati veri, fedeli e appassionati al PD ed alla sua storia di convergenze di idee ed esperienze, ce ne sono alcune decine di migliaia. Vivono in Italia, non in Parlamento. E sarebbero contenti di starci, loro, in Parlamento, per portare avanti le idee del proprio partito e dei suoi milioni di elettori. Senza pensare ai personalismi.
    Alcuni parlamentari hanno l’enorme difetto di interpretare le vicende politiche (ancora di piu’ quelle interne al PD) con il metro del giudizio personale, e non quello dell’interesse collettivo degli elettori di centrosinistra.

    Un saluto a Dorina, che credo mai si sia sentita a casa propria nell’Ulivo e nel PD, se non quando e’ stata messa in lista per le Camere.

  15. Aggiungo una domanda:
    Andrea, se decidessi mai di lasciare il PD, ti dimetteresti da Deputato, essendo tu stato eletto in liste bloccate con sopra scritto bene in grande “PD”?
    Bianchi non mi pare intenzionata a farlo (chi lo ha fatto mai?).
    La nostra gente (del PD, e dell’Italia) è stufa di politici opportunisti.
    Andrea, rimani il buon politico che sei, non accasarti con gli opportunisti. Se lascerai il PD, sarà giusto lasciare il posto in Parlamento a chi, dietro di te in lista, potrà sostenere le idee del PD.

  16. @ RITA

    Lei esprime molto bene la mentalità dei cattolici, chiamiamoli così più impegnati, e cioè che gli italiani siano ancora una massa d’ignoranti e semianalfabeti che non sono in grado di decidere della loro vita e che perciò la Chiesa debba farlo per loro non solo attraverso i suoi insegnamenti, che mi sembra legittimo, ma facendo pressioni sulla politica contando per questo su persone che, mi creda, di cristiano non hanno neppure il mignolo del piede.

  17. manlio laurenti

    Strepitoso il comento di Nico:sono i referenti in Calabria.Se esci dal PD,se li contesti,sei un mafioso,o un violento,o un fascista,o tutt’e tre.L’Orchestra del trombone Gad..pardon Chaim,non perde l’occasione per suonare la sua musica preferita:l’ululato del lupo.Toccali sul vivo eda arrivano in branco,pronti alla calunnia e alla diffamazione.Sentono il richiamo della Jungla bolscevica,che sta ben piantato nel loro DNA.E’ chiaro come un Cattolico non si trovi a sua agio in simile compagnia:è come se un mafioso ti informasse che ti considera suo amico.Appena puoi gli dici che devi fare una telefonata e te ne vai.Mi spiace che la Bianchi non vada con Rutelli,che è una persona per bene.Casini non ha nessuno spazio:è che non vuole obbedire a Berlusconi perchè,da bravo democristiano,comandare gli piace piu’ che fottere.Quel 7,rotti che becca alle elezioni viene quasi tutto dalla Sicilia,come è ben noto,e ci siamo capiti.Altro che la Calabria di Dorina.

  18. x MAIA T. Mah forse ha letto di un’altra Rita
    perché, mi scusa, ma di ciò che ho scritto evidentemente non ha capito NULLA!

  19. Io, personalmente, ritengo che la jungla bolscevica-diffamante ce l’abbiano inscritta nel DNA quelli delle redazioni de “Il Giornale” e “Libero”, diretti da 2 persone eversive, con la biro smessa, pronti ad operazioni di killeraggio politico-mediatico o a “sputtanare” chi osa andare contro il Padrone e l’ideologia dominante nel centro-destra italiano, il più antieuropeo che esista. Per quanto riguarda la Sicilia…mica ci sta solo l’UDC! Ci sta anche Forza Italia con i suoi sistemi clientelari, simili a quelli veneti e lombardi…caro manlio. ops, scusa, umberto

  20. che torni a casa ,mi va bene ,lasciando il posto di parlamentare ottenuto come”nominata” anche con il mio voto.

  21. Andrea
    ogni tanto ti scrivo…esprimi dubbi sulla permeanenza al PD…ti prego Andrea reta…bersani è una persona per bene…un vero moderato di sinistra…
    resta…resta…
    ti scriverò più spesso affinchè uno come te rimanga.
    Penso che il pD sia il partoito di moderati e cattolici…il grande partito civile.
    Ti prego non mi dleudere.

  22. Caro Andrea, la tua non condivisione del termine IDENTITARIO non è marginale. Non amo Dorina per la vicenda “testamento biologico”, e la sua attuale uscita conferma l’errore di chi la nominò capogruppo in commissione sanità del senato. “Identitario” rivela a mio parere l’obiettivo di far parte di un gruppo di potere da rafforzare. Definii a suo tempo lei e pochi altri del PD come la corrente di “clerical opportunisti”. Scusa la severità, ma sono sincera.

  23. Andrea, a leggere questo blog – le tue posizioni politiche, il tuo modo di lavorare, la tua attività parlamentare – tu nel PD ci stai perfettamente

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