Roba da Pd

Mi aspettavo un ritrovo più carbonaro, a dire la verità. Senza i big del partito e con un’età media più bassa, perché mi ero tarato sui promotori e non sulla possibile platea. Arrivato al Lingotto, per l’incontro dei piombini, mi sono trovato invece fra molti miei colleghi parlamentari (ne ho contati una venticinquina, certamente per difetto) e davanti ad una base piuttosto assetata di sangue. Agli appassionati del totocongresso potrei raccontare che Sergio Chiamparino ha fatto un’ottima figura, ma ha annunciato di non volersi candidare; Dario Franceschini ha confermato di voler puntare sul rinnovamento, che non è nuovismo, ed è stato comunque accolto con simpatia; Pierluigi Bersani ha preso applausi ricordando che, per quanto aspra possa essere la sfida interna, è importante non cadere nella tentazione di dire – evidente il riferimento ad una frase di Franceschini nel videomessaggio di candidatura –  “chi non è con me è contro il progetto del Pd”. Per non parlare di Ignazio Marino, quasi portato in trionfo, e ci mancava poco che facesse il bis. Ma i protagonisti veri della giornata non sono stati i vertici: la platea si infiammava soprattutto quando parlavano le Debore, gli iscritti giunti al Lingotto con il cahier des doléances, segno di una sofferenza diffusa nei confronti dell’attuale classe dirigente e, soprattutto, della promessa (finora inattuata) di costruire un partito veramente dal basso. Si è discusso molto di ricambio, di primarie (che io vedo difficili da realizzare in Italia fino a quando chi perde non smetterà di remare contro chi lo ha battuto) e di contenuti: dall’economia all’immigrazione, dal lavoro alla laicità. Sì, la laicità è stato un po’ il leit motiv della giornata: bastava nominarla per far venire giù la sala, bastava dire qualcosa sul testamento biologico e l’applauso scattava automatico. Ma era tutto piatto, troppo piatto per i miei gusti: il ritratto del cattolico Pd che ne veniva fuori era quello di un credente che, sì, aveva i suoi valori, ma se li teneva per sé, per non dare fastidio a nessuno. Un cristiano che non sporca, insomma: uno che, per paura di non essere considerato abbastanza laico, è disposto a confinare la propria fede alla dimensione privata delle preghiere della sera. Non è questo il Pd che sogno io, e l’ho detto pubblicamente, nel mio intervento: un intervento rischioso, perché da un momento all’altro mi aspettavo una scarpa in fronte, ma che non potevo evitare se stasera, una volta tornato a casa, volevo ancora guardarmi allo specchio serenamente. Ho parlato, senza rete, dei temi più delicati: la differenza fra la pillola del giorno prima e quella del giorno dopo, fra l’omofobia e l’adozione dei bambini da parte di coppie omosessuali, fra la laicità dello Stato e la dimensione pubblica della fede: su questo punto, in particolare, mi sono accalorato parecchio, spiegando che vietare ad un bambino ebreo di andare a scuola con la kippah, come accade in Francia, non laicizza il Paese in cui vivo, ma lo impoverisce. Ho ricordato che la laicità non si giudica dal risultato, ma dal metodo seguito per arrivarci: se no, come ho già scritto molte volte, sono laico quando concordo con il Papa sull’immigrazione ma non lo sono più quando la pensiamo allo stesso modo sull’idratazione. Ho citato, soprattutto, alcuni passaggi del discorso inaugurale di Obama: dal riferimento alla “promessa divina” che tutti gli uomini sono uguali e liberi, al fatto che “Dio conta su di noi per dar forma ad un destino incerto”, passando per l’immancabile “God bless America”. “Dio benedica il Lingotto”, ho detto io, e mi hanno pure applaudito. Pensavo che venissero a salvarmi le guardie svizzere, invece mi hanno applaudito. Roba da pazzi. Anzi, da Pd.

30 risposte a “Roba da Pd

  1. bravo Andrea, come sempre, peraltro!

  2. Bravo Andrea, condivido quello che hai riportato del tuo intervento. Non possiamo accettare che chi crede debba nascondere la sua fede. Qualunque sia, soprattutto, permettimi di dire, la fede dei nostri padri e quella da secoli diffucsi nel nostro Paese.
    Che poi la fede possa essere laica (e anzi lo debba in un certo senso essere) è importante.
    Continuo a reputare essenziale continuare a guardare oltre oceano: il partito democratico americano è il miglior modello per il nostro PD. Mentre vedo Franceschini e Bersani già in una campagna elettorale senza progetto.
    E vorrei che anche alla base ci si ponesse un serio problema in merito alla laicità. Ma anche nella direzione opposta di uno stato laico che non schiacci le religioni. Magari combattendo per rimuovere i crocefissi dalla scuola. E anche in basso eccessi così si verificano. Anche qui da me…

  3. Angela Digennaro

    Bravo Andrea sono d’accordo con te quando dici che alcuni comportamenti
    “non laicizzano il Paese in cui vivo, ma lo impoveriscono”

  4. Simone Morichini

    Sono d’accordissimo con te Andrea, un intervento alto e concreto. Sono orgoglioso di essere rappresentato da persone come te.

  5. “Solidarietà, rispetto, regole, meritocrazia, diritti e sopratuttto laicità dello stato”, ha dichiarato oggi Ignazio Marino al Lingotto.
    Giù il cappello davanti a un vero democratico.

    D’altronde il fatto che gli uomini sono “liberi e uguali” non è dottrina di conio cattolico, nonostante Obama e Sarubbi…

  6. Grazie per il coraggio di dire quello che in molti pensiamo e che purtroppo spesso taciamo. Io credo che, pur senza obiettivi scissionisti, sulle tue parole di oggi al Lingotto dovresti pressare le persone nel partito. Senza volontà di schierare cattolici contro laici, ma anzi, con l’intento di far venir fuori la vera anima del nostro (per ora) partito. E su queste parole dovresti/dovremmo costruire un manifesto e approfittare del Congresso per fare la conta. Dopo, tutto sarà più chiaro e le decisioni, anche le più complesse, appariranno lineari. Che lo Spirito Santo ti assista!

  7. Fabio Bartoli

    Trovo molto interessante il fatto che il dibattito precongressuale sia un dibattito vero e che ci sia un reale mettere in campo le opinioni sulle diverse anime del partito. Detto questo spero anche che non ci si limiti ad una enunciazione di principi, ma si lavori anche per cercare una sintesi, altrimenti l’ipotesi stessa di PD è falita in radice, allora torniamo a star separati e ognuno per la sua strada.
    Già perché non basta proclamare le proprie idee per dire di aderire al progetto che è il PD, occorrerebbe anche dire in che modo si vuole comporre le proprie idee con quelle dell’altro che ha tanto diritto quanto me a stare in questo partito visto almeno ciò che voleva essere.

  8. dina dell'ertole

    mi sono già complimentata già al lingotto per il tuo intervento,ma lo voglio fare anche qua,bravo Andrea!

  9. Ciao. Sei piaciuto anche al pubblico dello stream. Piú che altro per il coraggio. Sui contenuti sono d’accordo a tratti ma apprezzo molto l’intelligenza e la disposizione al confronto. Buon lavoro.

  10. Ero presente e condividevo il disagio e la preoccupazione di Andrea. I segnali di apprezzamento (applausi, almeno 5) e nessuna contestazione, sono stati però il premio di chi ha voluto parlare controcorrente e non ha voluto adeguarsi al filo conduttore del dibattito…Vi assicuro che di contestazioni durante la giornata ce ne sono state tante (contro i fotografi che facevano foto a Franceschini e Bersani, contro chi parlava anche 1 minuto in più – tra questi l’on Melandri – contro l’on Binetti, non presente, ma che di tanto in tanto era nominata dalla platea). Penso quindi che il problema nel Pd non siano le diversità di opinioni, piuttosto le poche opportunità di confronto, leale schietto, dove ciascuno porta la propria idea e la propria esperienza e le mette a disposizione di tutti, poi nel confronto ci sarà un’idea vincente e un’altra perdente o meglio ancora una terza idea che prenda il meglio dalle originarie…
    Ieri ho confermato l’idea, dopo l’intervento di Andrea e il calore con cui è stato accolto dal tavolo di presidenza e dalla platea, che cattolici e laici possano condividere questo percorso politico del Pd senza fratture, purchè non si chieda alle persone legate alla cultura di sinistra di diventare moderati e ai cattolici di manifestare la propria fede a casa o nelle parrocchie, come ahimé, anche qualche cattolico intervenuto ha detto. Ora, però, dai Piombini, divenuti Lingottini, mi aspetto un gesto di coraggio politico!

  11. A me il suo intervento non è piaciuto nemmeno un po’. Alquanto vacuo, superficiale, come la maggior parte dei discorsi ascoltati ieri, senza esclusioni.
    Non vi rendete conto di quanto siete distanti dalle esigenze delle persone, di quanto il Pd sia ormai davvero poco credibile nell’affrontare qualsiasi argomento. Diviso su tutto, senza una linea, senza un’identità. Terrorizzato dall’idea di doverne intraprendere una, le ha abbracciate tutte, con tutto quello che di risibile e poco chiaro questo comporta.
    E tra l’altro, immancabile, lo spauracchio delle adozioni alle coppie gay come se una legge contro l’omofobia fosse minimamente collegata all’adozione per le coppie omosessuali.
    Mi spiega dov’è la connessione? Perchè quando si parla di lotta contro la violenza nei confronti di esseri umani, bisogna sempre ribadire la contrarietà ad una legge che oggi non è minimamente in discussione?
    Tra l’altro recentemente sono stato in Svezia, paese che ha varato una legge sull’adozione alle coppie omosessuali da 7 anni. Non mi pare di aver visto questo disordine sociale, questo sgretolamento di valori, questo pericolo per la comunità. Anzi.
    La Svezia è il Paese con la miglior qualità della vita, un paese vitale, accogliente, civile. A differenza del nostro Paese, che vanta “valori” irrinunciabili e imprescindibili, ma che è sempre più povero, culturalmente, economicamente e socialmente.

  12. ciao Andrea!
    non ero al Lingotto, ma l’ho guardato su internet il tuo intervento (lo trovate qua: http://www.ustream.tv/recorded/1719052 – 1:21 circa).
    e ti ringrazio x quello che hai avuto il coraggio di dire, evitando le semplificazioni che invece ho sentito in altri interventi (le sss semplificazioni che noi condanniamo quando vengono dal centrodestra…).
    grazie x aver avuto il coraggio di dire cose scomode, dicendo con onestà come la pensi.
    grazie x aver tirato fuori alcune delle cose che non vanno. è quello che si dovrebbe davvero fare: smetterla con gli aut aut e confrontarsi davvero in maniera laica. perché hai ragione te: la laicità non la si misura sul risultato, ma sul processo adottato, sul metodo. e questo deve valere per tutti.
    mi sei piaciuto quando hai detto (e come l’hai detto) che la laicità non è togliere di mezzo la dimensione pubblica della fede.
    e ancora il tuo “richiamo” alla collettività e alla comunità, mentre oggi ci si ferma all’individuo e ai suoi diritti.
    ce n’è di strada da fare e talvolta mi prende lo “sconforto”. ma se useremo i mesi che ci separano dal congresso per fare un confronto vero, come tu hai fatto oggi, mi torna la speranza.

  13. Grazie Andrea, bellissimo intervento! avanti così!!!

  14. Premetto: il suo intervento al Lingotto non l’ho né ascoltato, né letto. Ma penso di aver capito la sua posizione da quanto trovo scritto da tempo qui sul suo blog. E sulla laicità mi viene in mente un’immagine inversa rispetto a quella che lei ha evocato: rispetto al cristiano “che non sporca” qui si tratta del democratico “che non fa paura alla Chiesa”. E l’impressione non è proprio positiva. Tutt’latro.
    Altrimenti come si spiegherebbe la necessità di nominare l’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali come il grande “estremo” negativo, e questo in un esponente di un partito che si vorrebbe progressista e di “centro-sinistra”. La necessità è quella di tranquillizzare la CEI, non c’è dubbio.
    La sua posizione sulla laicità, espressa più e più volte in questo blog, da un certo punto di vista non fa un piega. Ma aspetto con ansia il momento in cui lei non si troverà d’accordo con la Chiesa e voterà in Parlamento una legge fortemente avversata dal Vaticano, anche di fronte ad una minaccia di scomunica. In quel momento potremo parlare di laicità con un’altra prospettiva, molto più concreta.

  15. @ Simone e Paolo: io ho parlato delle adozioni ai gay soltanto perché erano espressamente richieste nel documento dei piombini, che vi invito a rileggere. Ero chiamato a rispondere, punto per punto, alle varie proposte, e non mi sono tirato indietro. La connessione con l’omofobia, personalmente, non la vedo (e per questo, nel mio brevissimo intervento, ci ho tenuto a distinguere i piani): non è colpa mia se quel documento metteva tutto sullo stesso piano.
    @ Paolo: alla Chiesa, le assicuro, dà più fastidio un cattolico critico su alcuni punti che un laico anticlericale conclamato. Dà più fastidio Andrea Sarubbi che Piergiorgio Odifreddi.
    @ Simone: di difetti ne ho parecchi, ma non credo che la superficialità ne faccia parte. Trovo anzi molto superficiale la confusione fra laicità dello Stato e dimensione pubblica della fede, un altro bel regalo del laicismo contemporaneo. P.S. Non devo spiegarle, spero, la differenza tra laicità e laicismo, vero?

  16. Da questo devo dedurre che su alcuni punti potrà trovarsi in disaccordo con la Chiesa e non comportarsi secondo le sue indicazioni?? Quanto alla sua ultima affermazione: pienamente d’accordo!!!

  17. (ossia che Andrea Sarubbi dà più fastidio alla Chiesa di Piergiorgio Odifreddi…)

  18. sempre più bravo!

  19. Guardi, a me può spiegare quello che vuole.
    Sono una persona che si pone costantemente dubbi. Su tutto quello che lo circonda. Ed è per questo che ho ascoltato il convegno, nonostante non abbia mai votato Pd, constatando la superficialità del suo intervento. E il fatto che il manifesto dei piombini associasse le due cose (omofobia e adozioni ai gay) non giustifica nulla.
    Quello che ho constatato è che il suo discorso appare superficiale quando prende le distanze dalle adozioni ai gay senza specificarne i motivi (e non mi pare sia un caso che la mia osservazione sulla situazione in Svezia sia caduta totalmente nel vuoto), quando cita la situazione francese, assolutamente distante da quella italiana, perchè per arrivare a porci dei dubbi sulla laicità dovremmo aver compiuto dei passi basilari che in Francia hanno realizzato da decenni. Inoltre si manifesta superficiale perchè era essenzialmente improntato sulla tecnica del “chiagni e fotti”, tipica di chi, mettendo le mani avanti, fa la parte della vittima, quando in realtà non lo è per niente (e non sto parlando di lei direttamente, ma di quello che rappresenta con il suo pensiero).
    Io so soltanto che questo è il Paese dove un ragazzo gay viene ancora portato dai genitori da uno psichiatra per sentirsi dire che è malato, che questo è il Paese dove una ragazza che tenta di difendere un giovane omosessuale insultato rischia di perdere un occhio senza destare perplessità in alcuna istituzione, che questo è un Paese dove i vertici Rai intrattengono visite private col Papa, che questo è il Paese dove la domenica mattina è appaltata alla Cei, che questo è il Paese dove un corteo di 200.000 persone viene spostato in un’altra piazza perchè all’interno di San Giovanni c’è un coro di preti, che questo è il Paese dell’otto per mille, dei mille privilegi alla Chiesa cattolica. Ecco quello che so. Alla luce di questo, è più urgente un interessantissimo dibattito su laicità e laicismo oppure su quanto il nostro Paese non abbia la benchè minima idea di cosa voglia dire la parola laicità?

  20. Correzione: “…dove la domenica mattina di Raiuno è appaltata alla Cei…”

  21. L’intervento mi è sembrato interessante su alcuni punti, come la “discriminazione” dei cattolici di centrosinistra (efficace il confronto tra immigrazione e diritti civili). Riguardo l’opposizione alle adozioni da parte di coppie gay, non capisco il punto, o meglio sì – i piombini erano a favore – ma mi sembra la solita storia dei cattolici che con lo spauracchio nelle adozioni gay (ma anche dei matrimoni) finiscono per opporsi a tutto.

    Quando ho letto di Mastella (allora Ministro) che aveva ricevuto la telefonata di ringraziamento del Papa (sic) sull’affossamento dei DI.CO., boh, non mi ha stupito neanche più di tanto. E non mi meraviglierei di simili orrori con Binetti, Rutelli, ecc ecc. Vedi bene, Andrea, che la fede che Obama, la Clinton, la Merkel (ricordo sugli ebrei) portano in politica è molto diversa da quella dei vari Rutelli, Binetti, ecc. ecc.

  22. Sabato sono andata al Lingotto aspettandomi di annoiarmi a morte e, sinceramente, solo per sentire e vedere “la Debora” di persona, dopo averla cliccata più e più volte sul web.
    Ma rimango fino alle 17 e cosa scopro? Un PD che non c’è sui giornali e nemmeno in tv, un PD fatto dei cattolici come Sarubbi con cui mi ritrovo al 100% e un PD che in cui trovano spazio persone come Alicata con cui mi ritrovo sempre al 100% .
    Ho apprezzato tantissimo il tuo intervento perché è difficile trovare qualcuno che abbia il coraggio di dire certe cose davanti a una platea ‘assetata di sangue’ come hai scritto tu.
    Però la trasparenza e la schiettezza premiano, vedi applausi.

    E da oggi hai anche una giovane lettrice in più, ancora complimenti!

  23. Che Dio ti illumini anche quando dovrai votare la legge contro l’omofobia o decidere di matrimonio gay…che Dio ti dica: sono famiglie, sono gli ultimi. Che non sia il Papa, insomma…ma il messaggio del vangelo…allora in quel caso va bene e sappi che ogni tanto vado a seguire, non ci crederai, la Lectio.

  24. Quanto all’omofobia: altra parola a cui dare contenuti…per me è omofobia anche dire che i gay e le lesbiche non sono buoni genitori…per te forse no…parliamone…dati scientifici alla mano. Anzi: ti invito l’11 luglio alla festa democratica di Roma. Vieni? Come faccio a beccare la tua agenda?

  25. Fabio Ceseri

    Andrea: ottimo come sempre !!

  26. Ero a Torino e ti ho applaudito, altro che roba da pazzi o roba da PD, è la forza del PD. Una forza sino ad ora sciupata.

  27. L’Italia non è in sintonia con la maggior parte dei paesi europei (l’Europa dei 15) in materia di legislazione antiomofoba. Esiste una parte della popolazione che è priva di diritti, non tutelata dallo stato. E per me questo non è un vanto.

    Uno Stato che decide di dimenticare e di emarginare legislativamente una parte dei suoi cittadini, per quanto piccola possa essere, non è uno Stato di cui andar fieri.

    Si tratta di riconoscere dei diritti basici, spesso a costo zero per le finanze dello stato. In Spagna la prima legge (regionale) sulle coppie di fatto, su approvato dalla “democratici cristiani” catalani (CiU). Questo succedeva piu’ di 10 anni fa. Quella legge riconosceva una serie di diritti basici, non erano matrimoni gay ma nemmeno quella proposta ridicolmente striminzita che venne avanzata dalla Bindi.

    Quelle persone che l’avevano approrvate erano democratici cristiani. Non pericolosi anticlericali. Era gente coscente della situazione di debolezza in cui si trovano centinaia di uomini e di donne.

    Sono cristiano, credo. E credo che nessun cittadino debba essere discriminato o lasciato nel diminticatoio dello Stato; e questi cittadni vanno difesi quando stanno in una situazione di debolezza (sociale e giuridica). Il prossimo è prossimo, che sia omo o etero. Sopratutto se è debole. Ed io penso che un cristiano debba stare con i deboli.

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