Il danno e la beffa

prostituzione di strada

Il diritto non è una mia specialità – nel curriculum ho all’attivo 4 o 5 esami universitari e qualcosa nel master, poca roba – ma ho preso carta e penna (suona meglio di mail e tastiera) ed ho scritto a Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia della Camera. Avevo letto, in un pezzo su Repubblica, della sua intenzione di dichiarare reato la prostituzione di strada, perché – cito, più o meno testualmente – provoca parecchi incidenti e mette tanti genitori in imbarazzo, di fronte alle domande dei figli. Premesso che anch’io ho più volte rischiato il tamponamento sulla Salaria e che non ho ancora una scusa pronta per Mattia, quando fra 3 anni mi chiederà notizie delle signore seminude che incroceremo in macchina, ho fatto notare all’avvocato Bongiorno che il problema è un po’ più profondo: le ragazze sulla Salaria, infatti, non appartengono al giro delle escort di lusso, né a quello delle casalinghe annoiate (la definizione non è un granché, mi sa un po’ di film porno, ma insomma ci siamo capiti) e neppure alle massaggiatrici completissime di molti sedicenti centri estetici. Chi batte in strada ci è stato portato con la violenza, a volte preceduta dall’inganno. Che poi una giovane donna si rassegni, perché non ha la forza di denunciare né di scappare, non significa che sia colpevole di un reato. Sono d’accordo con la Bongiorno, invece, sulla responsabilità dei clienti: ma anche qui non serve creare una nuova fattispecie di reato, se ci sono i margini per estendere il campo del già esistente “sfruttamento della prostituzione”. Avevo appena finito di mandare la mail, quando mi è squillato il telefono: era l’associazione Papa Giovanni XXIII, fondata da don Benzi, che mi ringraziava per un mio recente comunicato stampa sullo stesso tema. Sentendoli, mi è venuta un’idea: perché non andiamo insieme ad incontrare Giulia Bongiorno? Ho chiamato il suo studio legale, ho chiesto un appuntamento, attendo risposta.

10 risposte a “Il danno e la beffa

  1. una cosa non mi è chiara perchè un deputato per incontrare il presidente della commissione giustizia chiama il suo studio legale??? Vuoi pagare la consulenza???? Ciao

  2. mi sembra un’ottima idea: creare una connessione tra le istituzioni e (quella che una volta si chiamava) la società civile è un metodo intelligente per procedere su questioni spinose come questa.

  3. Visto che di problema di ordine pubblico si tratta,intervengo subito.Le bellissime ragazze(perchè la gran parte delle ragazze che lavorano sulla Salaria sono autentiche bellezze)che vengono in Italia,ci arrivano perchè i loro papponi sanno di poterle sfruttare ,torturare ed uccidere,se lo ritengono necessario,senza che una Giustizia IMPLACABILE,come deve esserlo una Giustizia giusta,li condanni a pene ESEMPLARI.Poi perchè non ci si decide ad abolire la legge Merlin ed a legalizzare i Casini(non il Bellimbusto genero di Caltagirone:quello è gia’ stato messo in riga dagli Elettori).Le prostitute non sono vittime dei loro clienti,miserabili sfruttatori del loro corpo cosi’ malvagi da innamorarsi di loro,spesso e volentieri,e di tentere di redimerle.Le prostitute sono vittime di uno Stato che fatica semplicemente a distinguere tra vittima e carnefice:perchè inquinato da un’ideologia permissiva,il”Pensiero Debole”della Sinistra,secondo il quale il male non è poi tanto male,ilBene non è poi tanto bene,e dunque tutto è relativo.Su questo,il Papa ha avuto,con assoluta coerenza,parole di durezza inequivocabile.

  4. gentile sig. Ingrosso,
    Non capisco come la riapertura delle “case chiuse” si sposi – metafora azzardata la mia, visto il tema – con la necessità di garantire una certezza morale e giudiziaria sulla questione. Le sarei grato se volesse chiarire il suo punto di vista in merito. Grazie.

  5. umberto ingrosso

    La prostituzione,caro Ivan,è(come sappiamo entrambi)il piu’ antico dei mestieri.Certezze morali non ce ne sono:il Male non puo’ essere abolito per decreto,va invece controllato e posto in condizione di ledere il meno possibile.La prostituta che lavori nei Casini paghera’ le tasse,non avra’ protettori,sara’ controllata sotto l’aspetto sanitario,non stara’ in mezzo alla strada alla mercè dei bruti.E’ questa le soluzione:che non è la Soluzione Finale:è solo quella possibile.

  6. La ringrazio, ma rimango perplesso. Temo che gli attuali clan che regolano la tratta di esseri umani, con profitti milionari, possano camuffarsi da società “normali” per esercitare l’attività, per di più senza essere perseguibili. A meno che – dopo aver privatizzato Ferrovie, Autostrade, Telecom, Energia etc. – non si voglia nazionalizzare proprio il sesso. E poi, trattandosi a quel punto di un posto pubblico – una meta assai ambita in tempi di flessibilità del lavoro – come si diventerebbe p…? per concorso pubblico? o inviando un CV in formato europeo, in modo da poter estendere il giro della “quindicina” all’intera Unione? Perdoni l’ironia, che non è certo rivolta verso la sua posizione, ma a volte ho come l’impressione che, più che affrontare problemi, ci si voglia proteggere dal comprensibile smarrimento che ci viene dalle crisi del presente, una delle quali è la migrazione dalle aree povere del mondo.

  7. @ Oreste: se il deputato in questione non risponde al cellulare, il suo studio legale è l’unico posto in cui lasciare un messaggio, sperando che venga recapitato. Per ora non mi preoccupo della parcella: spero solo che ci riceva, visto che non ha ancora risposto.
    @ Ivan e Umberto Ingrosso: bel dibattito. Per me, la riapertura delle case chiuse è una sconfitta della società. E prima di arrendermi definitivamente vorrei lottare ancora un po’.

  8. posso venire anch’io dalla Bongiorno?
    Complimenti Onorevole, questo post mi è piaciuto molto: quelle ragazze sulla Salaria sono costrette con la forza, non lo fanno per necessità o per piacere.
    E quando d’inverno fanno 5 gradi (o meno) e quelle ragazze sono in minigonna e canottiera, costrette su quel marciapiede, alla Bongiorno come ad altri che gliene importa??
    Rinnovo ancora i miei complimenti Onorevole

  9. Ironia per ironia,caro Ivan,si potrebbe fare un salto in Via Capo le Case e vedere di rintracciare qualche vecchia “Maitresse” di quelle che “dirigevano” prima che la sciagurata Legge Merlin buttasse le prostitute in mezzo alla strada.Nominiamola Sottosegretario alla Prostituzione con ampi poteri:alla Bertolaso.Una simpatica,sana,ruspante mignottona d’altri tempi farebbe anche colore,in quelle aule sorde e grigie che,oltre a rischiare di diventare un bivacco di manipoli, hanno gia’ ospitato Hilona Staller e Vladimir Luxuria,i quali di prostituzione devono saperne qualcosa .Ma,a parte gli scherzi,i Casini chi li possiede e dirige,in Germania?Che la loro riapertura sia una sconfitta della Societa’ puo’ darsi:che le passeggiatrici alla Salaria,i Viados alla Prenestina e gli zingari sul Tevere e l’Aniene siano la vittoria,mi sembra opinabile.La risposta al crimine si chiama PRIMO repressioneSECONDO EspiazioneTERZOrieducazione.Quando facevo il militare,avevo per commilitoni alcuni pregiudicati:derubavano gli altri soldati,si derubavano tra loro,si menavano di santa ragione,tenevano un atteggiamento intimidatorio versi gli altri,arrivavano per ultimi alla fila della mensa e vi si sistemavano per primi:e guai a protestare.Lo facevano QUASI sempre.Perchè “quasi”?Perchè il vicecomandante della Compagnia era un tenente Siciliano alto 2metri X150 kg.Quando c’era lui presente erano cortesi e disciplinati.Quel tenente,cari Ivan ed Andrea,era LO STATO.

  10. francescograna

    Leggendo che Giulia Bongiorno vuole far dichiarare reato la prostituzione perché oltre a provocare parecchi incidenti mette tanti genitori in imbarazzo mi sono ricordato di un simpatico episodio avvenuto a Napoli qualche anno fa. Vennero in gita i benedettini dell’Abbazia di Montevergine guidati dall’abate e durante il tragitto in città il loro pullman passò per il cosiddetto parco della rimembranza (anche ribattezzato parco della gravidanza). Al vedere quella sfilza di macchine parcheggiate in fila tutte coperte dai fogli dei quotidiani l’ingenuo abate esclamò: “che peccato che in un posto così bello ci sia un meccanico che rovina il panorama”. Morale della storia: se la Bongiorno vuole risolvere il problema incidenti e quello dell’imbarazzo non può fermarsi solo alla prostituzione. Uscendo dall’assurdo, ritengo ottima l’idea di farle ascoltare la comunità di don Benzi. Qualche tempo fa ritornavo con un collega del settimanale diocesano da una celebrazione del Cardinale Sepe che si era svolta a San Giorgio a Cremano (anche San Giorgio è Diocesi di Napoli). Sulla strada numerose prostitute che, a causa del freddo eccessivo, si erano accese dei falò. Fra le tante vidi una giovane ragazza, forse neanche sedicenne. Mi vennero gli occhi lucidi, pensai alle tante ragazze del mio gruppo giovanissimi in parrocchia. Dopo un po’ di tempo ho confidato al mio amico che guidava che mi ero pentito di non avergli fatto fermare la macchina per parlare con quella ragazza. Ascoltarla, semmai farle una carezza, offrirle aiuto, ma come? Ci sarebbe voluto don Benzi quella sera, lui si che non si sarebbe lasciato vincere dal timore che mi ha assalito.

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