ResteRai

Pensavo, onestamente, che ormai si fosse arrivati alla soluzione, ma la politica non finisce di stupirmi. La politica bassa, quella con la p minuscola, intendo. Pensavo che, con la decisione del Centrodestra di non partecipare alle riunioni della Commissione di vigilanza Rai fino alle dimissioni di Riccardo Villari, la partita fosse chiusa, con un sostanziale pareggio: a noi la vittoria morale, al Centrodestra quella politica, a Villari la possibilità di rientrare nel Pd come un ciclista in fuga ripreso dal gruppo. Invece no, poco fa il senatore scrive una lettera a Fini e Schifani ed annuncia di voler restare al suo posto, dicendosi però disponibile ad impegnarsi per trovare una soluzione politica alla questione. La soluzione politica esiste già, e si chiama Sergio Zavoli, ma è incompatibile con la permanenza di Villari al suo posto; tutte le soluzioni politiche, a pensarci bene, sembrano incompatibili con la permanenza di Villari al suo posto. Tranne una: che l’attuale presidente, appunto, rimanga, e che le forze politiche – non potendolo staccare dalla poltrona con il solvente – si rassegnino, spostando il confronto sul nuovo Consiglio d’amministrazione della Rai. Quello che è stato tolto all’opposizione (all’Italia dei valori in primis) in Vigilanza, insomma, potrebbe esserle restituito al settimo piano di viale Mazzini, dove si decidono le nomine dei direttori dei tg e di quelli di rete, a loro volta responsabili dei contenuti editoriali. Anche su questo punto – non è dunque un problema di testamento biologico, permettetemi la battuta – nel Pd ci sono sensibilità diverse, tutte legittime e tutte condivisibili. La linea dura – quella che istintivamente mi è più simpatica, forse perché sono un nostalgico della lealtà – prevede che non si debba cedere, a costo di paralizzare la Rai: anzi, lo stallo della Vigilanza (e dunque delle nomine in Rai, che solo il CdA può fare) potrebbe essere l’occasione buona per riprendere in mano la riforma della televisione pubblica, spoliticizzandola e dandole un’identità meglio definita. Mentre sulla tv di Stato italiana, per dire, un ex parlamentare vince l’Isola dei famosi, su quella francese (appena al di là delle Alpi, non dall’altra parte dell’equatore) il presidente della Repubblica ha tolto addirittura la pubblicità. Speranze che ci si riesca? Poche, pochissime. E allora c’è la linea morbida, che mi sta meno simpatica ma che oggettivamente è più furba: il consiglio del Riformista, per esempio, è di lasciar perdere la questione Villari e di buttarsi a capofitto, con un credito in mano, sulle nomine, tanto più che l’unico potere reale della Vigilanza è proprio quello di nominare il CdA della Rai. Speranze che ci si riesca? Maggiori, certamente, ma anche qui non v’è certezza: chi ha tradito i patti una volta – votando Villari presidente della Vigilanza – può farlo ancora, e non si stupirebbe più nessuno.

6 risposte a “ResteRai

  1. Vinavillari: forte!

  2. Le soluzioni per il caso Villari sono tante e di facile applicazione: offrire all’incollato Villari una poltrona di pari o maggiore retribuzione e potere; Usare il metodo Berlusconi ovvero una legge ad personam; inviare l’incollato a gaza durante i bombardamenti Israeliani ed aspettare gli eventi.
    La verità, illustre Onorevole e che la mancanza di dignità nel parlamento Italiano è a livelli bassissimi. Ma ripetendo una frase fatta, ogni popolo ha il governo e l’opposizione che si merita.

  3. Mirko Prezioso

    Ciao Andrea,
    che dire, ogni giorno si sposta il limite della tolleranza e della dignità un più in giù, e l’unica cosa che ci stupisce, oramai, è l’assenza del fondoscala. Qualcuno di noi ancora si indigna e poi se la fa passare, perchè tanto non può fare altro. Vorrei sottolineare, invece, che queste storie danneggiano la politica con la P maiuscola, e quanti di voi ancora la praticano e che sono la prima linea di difesa e la più efficace. E’ vero che utilizzare i “crediti” per le nomine sarebbe una soluzione strategica, non lo nego, ma sarebbe anche l’ennesima “furbata”. Intendiamoci, la politica, anche quella con la P, è fatta di tattiche e strategie, lo so, ma forse il Pd, per quel vorrebbe rappresentare, dovrebbe far sentire e comunicare un modo diverso di fare. La soluzione della riforma della TV pubblica è quella di maggior buon senso, trasparenza ed utilità. Io penso, al di là del caso specifico, che ogni tanto questi valori vadano sostenuti anche rischiando di cadere con la faccia a terra. Lo si deve a quanti di voi fanno Politica e a quanti di noi ancora la sognano. Queste persone sono il futuro, le altre sono solo un immobile e stagnante presente.

  4. Mario Cavallaro

    Il mio parere è che Villari è troppo simpatico e troppo italiano per prendersela con lui. meglio come dici tu concentrarsi sulle cose di merito, anche perchè finora nelle esibizioni muscolari non siamo stati uno schianto. Poi nel tempo si vedrà.

  5. Villari è solo l’ennesimo esempio della pessima politica italiana… la colpa non è sua, ma di chi l’ha votato. Sono loro i maggiori responsabili di questo scempio…dovete chiederne conto a loro, non a Villari…

  6. Rosario Amico Roxas

    Lo hanno fatto presidente ed ora lo vogliono togliere, dimostrando che possono permettersi di fare ciò che maggiormente aggrada loro.

    Noi periferici fruitori dei servizi, paghiamo un canone che non merita i quattrini spesi; paghiamo la multa europea per mantenere il Fido Fede sulla abusiva rete4. A ciò si aggiunga la concessione delle reti a mediset; è doveroso che si sappia che il cavaliere mantiene gratuitamente le concessioni che gli permettono di lucrare miliardi di euro.
    Le concessioni gravano sul “povero” cavaliere per uno per cento dei proventi, sancito e stabilito per legge:
    (pagina 32: legge 488, art.27 comma 9, del 23 dicembre 1999).

    Le truffe cavalleresche non finiscono mai di …finire.
    La prima legge di questo governo fu decreto 112, nel quale si legge:

    Art. 2.
    Banda larga

    1. Gli interventi di installazione di reti e impianti di comunicazione elettronica in fibra ottica sono realizzabili mediante denuncia di inizio attività.

    2. L’operatore della comunicazione ha facoltà di utilizzare per la posa della fibra nei cavidotti, senza oneri, le infrastrutture civili già esistenti di proprietà a qualsiasi titolo pubblica o comunque in titolarità di concessionari pubblici. Qualora dall’esecuzione dell’opera possa derivare un pregiudizio alle infrastrutture civili esistenti le parti, senza che ciò possa cagionare ritardo alcuno all’esecuzione dei lavori, concordano un equo indennizzo, che, in caso di dissenso, e’ determinato dal giudice.

    Ciò significa che il presidente del consiglio regala all’operatore della comunicazione l’utilizzo gratuito dei cavidotti per collocare i cavi a fibre ottiche, trascurando che appartengono allo Stato e, quindi, ai cittadini.
    Ma non ci sarebbe nulla di male se il presidente del consiglio e l’ operatore delle comunicazioni non fossero spavaldamente la medesima persona.
    L’opposizione tace. Perchè ?????????

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