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ANDREA SARUBBI 

Andrea a Gerusalemme

Sono nato a Roma nel 1971 e fin da piccolo sognavo di fare il giornalista.
Per riuscirci, ho studiato parecchio: liceo classico dai gesuiti, Scienze politiche alla Luiss ed alla London School of Economics, poi un master in discipline parlamentari. La mia tesi di laurea – un paragone tra la Lega nord ed il Fronte dell’Uomo qualunque – è stata pubblicata da Armando editore e mi ha fatto vincere un premio letterario. Finiti gli studi, mi sono dedicato con grande gioia e passione al servizio civile: un anno tra i rifugiati politici ed i richiedenti asilo, con i quali collaboravo da anni.
Le mie prime esperienze professionali sono del ’96: inizio a collaborare (gratis) con una serie di giornali e riviste, fino a quando – nel ’97 – la Radio Vaticana mi ammette ad uno stage: comincia così un rapporto che andrà avanti fino al 2005. Prima alcune collaborazioni, poi la conduzione di Jubilaeum, programma in tre lingue dedicato all’Anno Santo, infine la redazione esteri. Galeotto fu Jubilaeum, perché è lì che ho conosciuto mia moglie.
In quegli anni, c’è anche spazio per l’esordio televisivo: è sugli schermi di Sat 2000, dove Pupi Avati mi chiama a condurre un contenitore quotidiano di due ore. È il 1998, ed un anno dopo – con il Giubileo alle porte – la Rai mi seleziona per “A sua immagine”, affidandomi (inaspettatamente, lo giuro!) il programma “Giubileo 2000”, settimanale in onda ogni sabato fino a gennaio 2001. Finito l’anno Santo, rimango nella redazione, come conduttore della trasmissione del sabato pomeriggio ed inviato di quella della domenica mattina. A settembre 2005, infine, divengo conduttore ed autore di entrambi i programmi: il reportage del sabato, spesso con un taglio sociale, ed il talk show della domenica, sempre più legato all’attualità. Una trasmissione in crescita continua, che ha addirittura vinto nel 2008 il premio Santa Chiara per la tv.
Fra i numerosi eventi che ho presentato negli ultimi anni, ci sono diverse Giornate mondiali della Gioventù, vari incontri del Papa (l’ultimo a Loreto, nel 2007) e molteplici iniziative di solidarietà, per associazioni (tra cui Aifo, Acli, Centro sportivo italiano, Centro volontari della sofferenza, Comunità di Sant’Egidio, Ex alunni Istituto Massimo, Fondazione Ghidini Bosco, Gioventù operaia cristiana, Marevivo, Movimento dei focolari, Movimento per la vita, Pax Christi, So.Spe.), istituzioni (tra cui Comune di Roma, Comune di Anzio, Conferenza episcopale italiana), diocesi e congregazioni religiose. Dal 2004 sono testimonial dell’organizzazione non governativa Vides (Volontariato internazionale donna educazione e sviluppo), con una collaborazione concreta al progetto “Casa Mamae Margarida” di Manaus (Brasile). In questo sito c’è un link, che vi prego di visitare.
Nel 2007 ho anche condotto Telethon, maratona tv per la ricerca scientifica, con cui collaboravo già dal 2001. Ma l’impegno nella solidarietà è stato una costante di tutta la mia formazione, caratterizzata da attività di volontariato in vari ambiti: Caritas (mense, ostelli), Centro Astalli (mense, dormitori, laboratorio artigiano), Jesuit Refugee Service (editoria), Cottolengo (assistenza ai disabili), Casa Santa Chiara (assistenza ai disabili). Per il mio impegno nel sociale ho ricevuto vari riconoscimenti, il più prestigioso dei quali è la nomina a Cavaliere al merito della Repubblica italiana, nel 2007. No, non chiamatemi cavaliere: ce n’è già uno che si fa chiamare così e non ci tengo.
Sono sposato con la giornalista Solen De Luca e padre di due figli: Mattia (2005) ed Assia (2006). Sono così belli che sul blog non metterò mai le loro foto, perché i miei bimbi sono solo di papà. Ho un fratello, Vanja, nato in Bielorussia: ha 17 anni e fa finta di studiare. Parlo correntemente inglese e spagnolo, discretamente il francese. Sto imparando il napoletano. Sono vegetariano. L’emoglobina va bene, grazie.